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Cellulare nascosto nel bagno del carcere di Agrigento: due assolti, un terzo imputato patteggia


In due vengono assolti per non aver commesso il fatto. Un terzo imputato, invece, ha già patteggiato la pena a cinque mesi di reclusione. Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Michele Dubini, ha disposto l’assoluzione nei confronti di due detenuti finiti a processo con l’accusa di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione. Si tratta di Francesco Catania, 40 anni, di Siculiana, e Castrense Carandente, 44 anni, di Marano. Un terzo imputato, il siriano Ai Maray, 29 anni, ha patteggiato cinque mesi di reclusione.

La vicenda scaturisce da un controllo effettuato nella cella che i detenuti condividevano del carcere di Agrigento nel 2020. La polizia penitenziaria ritrovò un cellulare L8Star, con tanto di scheda sim, occultato nel water.  Gli imputati – difesi dagli avvocati Daniele Re, Andrea Liguori e Carmelo Farruggia – erano finiti a processo dopo la citazione diretta a giudizio disposta dal sostituto procuratore Emiliana Busto. Il giudice, al termine del dibattimento, li ha assolti per non aver commesso il fatto. 

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